Oggi come ieri
Il nostro Borgo si trova nel cuore delle Valli Valdesi, in Piemonte e ci parla di una storia lunga più di due secoli.
La famiglia Stalè si è dedicata da sempre alle api con tanta dedizione e altrettanto lavoro, sia nell’ambito legato all’allevamento e alla raccolta di miele che successivamente in quello deputato alla produzione delle arnie e alla lavorazione dei fogli cerei. Dagli anni ’80 l’azienda ha sviluppato il commercio di tutta l’attrezzatura per apicoltura sia nello store in sede fissa e nell’ultimo decennio anche attraverso l’e-shop. La creazione del nuovo brend Borgo Bianchi 1786 vuole essere una celebrazione per il lavoro che in sordina hanno svolto i nostri vecchi in momenti storici difficili e controversi ed è l’encomio che dedichiamo, soprattutto a nonno Oreste che ci ha insegnato quei valori che ci permettono di essere orgogliosi di questo lavoro e ci spronano a fare meglio, giorno dopo giorno.
Già il trisavolo, Jean Daniel allevava le api, poi il bisnonno Samuele che pensava anche alla costruzione delle prime attrezzature per migliorare la conduzione dei propri apiari e alla produzione dei fogli cerei utilizzando la cera in esubero per poi inserirla nuovamente negli alveari come sostituzione di quella vecchia per la creazione di nuove famiglie.
Ma fu nonno Oreste che trasformo’ la propria naturale vocazione in un vero e proprio lavoro. Allevava con dedizione e amore le sue api, le sue regine e i suoi nuclei. Produceva miele che vendeva non solo in valle ma anche a Torino e in provincia di Cuneo.
Con regolarità redigeva sui suoi quaderni “barometrici”, giornalmente, domenica compresa tutte le variazioni atmosferiche per capire come fosse meglio interagire con le api. Era un uomo profondamente buono, rispettoso del prossimo e sempre pronto a porgere il suo aiuto, operoso e capace di lavorare per costruire orizzonti, mai muri e non dimenticava di inseguire i propri sogni.
La vita delle api che studiava con grande interesse gli serviva da modello e lo appassionava a tal punto da consentirgli di apportare anche varianti strutturali interessanti alle arnie, soprattutto per quanto concerneva le misure e le proporzioni che studiava per favorire la naturale inclinazione delle api nella costruzione dei favi.
Quando riteneva che fosse il momento giusto si preparava a spostare parte dell’ apiario del Borgo, a dorso di mulo per la valle inseguendo le fioriture fin su, in alta montagna.
Diverse località delle valli valdesi furono le mete di altrettante produzioni di ottimo miele. Rora’, Pradeltorno e San Lorenzo di Angrogna con i loro fitti boschi di castagni e di tigli rappresentavano la tipicità dei mieli di questa zona e ancora la Conca del Pra e Praly nell’alta Val Chisone regalavano altrettante produzioni di millefiori d’alta montagna e di rododendro. Le postazioni degli apiari nomadi furono dapprima raggiunte con il solo aiuto del carro trascinato dal mulo e poi utilizzando i primi motocarri.
La vita allora seppur dura era più tranquilla certamente meno caotica e favorita da una maggior socializzazione forse perfino più “a misura d’uomo”. Le stagioni erano maggiormente caratterizzate da bruschi cambiamenti climatici e i freddi inverni molto nevosi, seppur rigidi permettevano alle api un riposo e un fermo della covata che le preservava da molte delle problematiche che attualmente incontriamo.
Siccome gli spostamenti erano veri e propri viaggi con tutte le incognite del caso, il nonno costruì una casetta itinerante che veniva smontata e rimontata vicino agli alveari e permetteva di smelare e di effettuare altri lavori in itinere.
Un vecchio smelatore costruito a Borgo Bianchi seguiva le api e permetteva di estrarre il miele che producevano direttamente sui luoghi dove avevano bottinato il nettare.
La vendita avveniva nella Bottega, come avviene ancora oggi. Questo magico locale che mantiene intatte le caratteristiche strutturali dell’epoca vanta un pavimento originale in pietra di Luserna, travi e intonaco di calce, mobili costruiti dai nostri vecchi e il banco da falegname dove furono assemblate le prime arnie e dove si eseguivano i lavori di rimessaggio di quelle vecchie.Anche se le cose oggi sono cambiate e se molto lavoro viene eseguito da partner esterni noi rimaniamo fedeli al Borgo e alla sua storia per offrire prodotti di estrema qualità realizzati con l’amore per le cose buone di un tempo.Le piccole realtà produttive di filiera corta garantiscono la lavorazione a km0 della frutta, delle caramelle e dei dolci con la spiccata volontà di rimanere sul territorio e lavorare per valorizzarlo ogni giorno.
Le nostre api svernano in pianura per prepararsi alla raccolta del tarassaco e dell’acacia, poi ritornano al Borgo a fine primavera per raccogliere il tiglio e il castagno. Ai primi di luglio salgono in alpeggio per produrre il miele di rododendro e il millefiori di alta montagna.
Nel frattempo in bassa valle c’è il raccolto di fine estate con il millefiori di ailanto e delle ultime fioriture dei prati e dei boschi pedemontani.
A fianco della nostra selezione tipicamente Piemontese e valligiana stiamo inserendo anche dei mieli che arrivano da regioni lontane ma che per tipicità, selezione e caratteristiche organolettiche e funzionali abbiamo selezionato per meglio differenziale la nostra offerta.
Per rendere piacevole ogni momento della giornata grazie alla capacità dei nostri partner possiamo offrire specialità alimentari, composte di frutta e miele, caramelle, dolci tentazioni a base di miele e altri prodotti dell’alveare.
Il Borgo vive, oggi come ieri, non solo nei nostri cuori ma soprattutto nell’attualizzazione di un grande progetto: poter essere volano per piccole realtà di nicchia e promuovere la capacità di “saper fare cose buone” nel rispetto della tradizione e della sostenibilità.